3.2.1 I soggetti della ricerca

L’analisi di cui illustreremo i risultati si basa sull’interazione tra un piccolo gruppo di apprendenti e il loro insegnante. La descrizione dei ‘soggetti della ricerca’ muove qui dal loro repertorio linguistico: per quanto riguarda l’insegnante, possiamo definirlo come un soggetto competente (in vario grado) in italiano, inglese, francese, arabo e parzialmente competente in NPE; il gruppo di apprendenti è composto da quattro donne adulte, provenienti da paesi diversi. Nello specifico: due (S. e G.) sono nigeriane parlanti NPE e igbo, di religione cristiana; le altre due (R. e N.) sono entrambe ivoriane parlanti una varietà ivoriana del francese, bambara e jula, di religione musulmana.

Le donne provengono tutte da posti differenti e non si conoscevano prima di vivere insieme, presso la residenza a loro assegnata. Alcune di loro sono parzialmente competenti in arabo, lingua entrata a far parte del loro repertorio, dopo essere passate dalla Libia. Sorprendentemente, o forse no, le due donne di religione cristiana sono più competenti in arabo delle due musulmane. Benché vi sia un elemento di sorpresa insito nella scoperta delle competenze diversamente distribuite, è da considerare anche il fatto che in alcune parti della Nigeria (in particolare al nord) l’arabo è una lingua molto usata anche fuori dai riti musulmani, contrariamente a molte zone della Côte d’Ivoire dove invece rimane relegata al contesto religioso.

Non secondario appare il fatto che la classe in questione fosse riservata a donne analfabete, in una serie di interventi di alfabetizzazione e lettoscrittura della durata di un anno (circa 200 ore in totale). Ciononostante, per la lezione qui analizzata l’insegnante ha adottato un approccio comunicativo ed interazionale translinguistico, il cui scopo era di creare o facilitare le condizioni affinché le studentesse intervenissero in una macro-conversazione sul tema: ‘le occasioni per parlare italiano fuori dalla scuola’.

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