1.1.1 Bastardizzazione, semplificazione o genesi di una lingua?

La genesi delle lingue pidgin o creole non eĢ€ riconducibile solo alle conseguenze della colonizzazione europea, ma a uno speciale meccanismo di acquisizione di lingua seconda che avviene ad un livello macro-sociale, tra due o piuĢ€ comunitaĢ€ linguistiche prive di una lingua o di lingue in comune, come evidenzia una vasta bibliografia (Turchetta, 2009; Mather, 2006; Holm, 2000; Master, Schumann, Sokolik, 1989).

La letteratura specialistica recente si riferisce ad un processo di genesi e non tanto di bastardizzazione o mera semplificazione di una lingua in unā€™altra meno efficace, come potrebbero suggerire alcune denominazioni che tali codici hanno comunemente assunto: broken English, bastard Portuguese, nigger French (Holm, 2000). Lā€™approccio tradizionale alle lingue di contatto porterebbe a ritenerle manifestazioni corrotte di varietaĢ€ piuĢ€ ā€œalteā€, dette standard quali, ad esempio, lā€™inglese o il francese come rispettivamente parlati e agiti in Inghilterra o in Francia, dalle quali deriverebbero secondo unā€™impostazione definita genetica.

Lungo questa linea di pensiero, che vede le lingue pidgin e creole come varietaĢ€ semplificate (o basse) dello standard di riferimento, possono crearsi pregiudizi sulle possibilitaĢ€ comunicative offerte da tali codici ai loro parlanti, e non sorprende che spesso la loro potenza espressiva sia ritenuta minore, in quanto affidata ad una lingua ā€œsempliceā€.

Se una teoria della semplificazione ha, in proposito, trovato ampia diffusione, non mancano autori (cfr., ad es., Turchetta, 2009) secondo i quali non esistono lingue semplici o complesse, esistono lingue e basta. ā€Ø Eppure la tentazione di definire i pidgin delle lingue piuĢ€ semplici delle altre ce lā€™hanno avuta in molti, compresi alcuni tra gli studiosi piuĢ€ importanti del settore della creolistica.

Nella creazione di un pidgin o di un creolo, le lingue di riferimento (e.g. lingue dei coloni e lingue native) assumono ruoli differenti per quanto riguarda la loro influenza sul processo stesso di creazione. Proprio la definizione di questi ruoli e il riconoscimento delle funzioni a cui assolvono le cosiddette lingue in contatto sono sono stati al centro di una letteratura specialistica che si eĢ€ pronunciata nel tempo, sostenendo ipotesi che hanno visto numerosi studiosi impegnati, appunto, a definire le origini, le strutture e le caratteristiche salienti di questo tipo di lingue.

Quanto piuĢ€ ci avviciniamo alla quantificazione di quei tratti continui che sarebbero da individuare nella fonologia e nella morfologia delle diverse lingue, tanto piuĢ€ ci rendiamo conto che lā€™evidenza di una probabile relazione genetica eĢ€ basata in realtaĢ€ su un numero limitato di tratti, peraltro da considerarsi in assenza, rispetto a un virtuale confronto con le lingue cosiddette ā€˜lessificatriciā€™.

Lingue che, nella creazione di un pidgin o un creolo, trasferiscono in parte il proprio lessico alla nuova lingua in fase di costruzione.

I tratti in questione, comuni a pidgin e creoli sono i seguenti: lā€™assenza di flessione nominale e verbale; lā€™uso di marche preposte nella definizione temporale, aspettuale e modale del verbo; la non marcatezza del genere maschile, per assenza di distinzione semantica di genere; la presenza di quantificatori definiti e indefiniti in sostituzione allā€™oppositore di numero. In relazione alla sintassi, inoltre, dovremmo concludere che lā€™ordine di base SVO eĢ€ quello non marcato, rappresentando inoltre un forte tratto di continuitaĢ€ con le lingue lessificatrici chiamate in causa dallā€™albero genealogico. Lā€™argomentazione sulla relazione genetica, come vedremo in seguito, eĢ€ assai debole e spinge piuttosto a considerazioni di natura tipologica (Turchetta, 2009), le quali ā€“ secondo alcuni autori (cfr. 1.2.1.3) ā€“ sono da ritenere piuĢ€ plausibili.

La relazione genetica tra un pidgin e la lingua che lo avrebbe lessificato, cosiĢ€ come la teoria che individuerebbe una lingua progenitrice comune per quei diversi pidgin e creoli che condividono etimologicamente un medesimo lessico, sono ipotesi avanzate in particolare in riferimento al rapporto tra lingue europee e lingue di contatto dellā€™area caraibica, africana e asiatica; cioeĢ€ per quelle lingue di contatto originatesi tra i secoli XV e XVII come conseguenza della prossimitaĢ€ linguistica e commerciale tra popolazioni europee e popolazioni incontrate nei territori al di fuori dellā€™Europa.

Si ritiene, dunque, in ambito scientifico, che il passaggio delle rotte commerciali europee attraverso i continenti possa avere condotto a una fenomenologia di contatto analoga per tutte quelle situazioni comunicative che si sarebbero succedute per qualche secolo, vedendo interessata una medesima lingua da parte europea. Le esigenze di comunicazione tra parlanti lingue diverse sarebbero la causa scatenante della nascita di gerghi commerciali, non dissimili da quello generato dalle relazioni commerciali nel bacino del Mediterraneo e definito dalle fonti medievali e successive come lingua franca (Turchetta, 2009).

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