2.1 Acquisizione linguistica e pidginizzazione di una lingua di contatto

(elementi in comune per risultati diversi)

A partire dagli anni ’70, abbiamo potuto osservare un crescente interesse nella letteratura specialistica verso il tema della pidginizzazione come fenomeno simile – se non addirittura interrelato – all’acquisizione di una lingua seconda. D’altronde, l’evoluzione illustrata del pidgin nigeriano può essere un buon esempio per comprendere questi meccanismi. Se la pidginizzazione o la creolizzazione di lingue di contatto sono fenomeni osservabili nelle loro fasi storiche, nell’ottica di una graduale strutturazione morfosintattica e lessicale di quelli che all’inizio non erano altro che gerghi dettati dalla necessità di una minima funzionalità comunicativa; appare lecito affermare che non differiscano molto dai processi di acquisizione di una L2. Nei prossimi paragrafi, approfondiremo la questione alla ricerca di elementi in comune tra i due meccanismi, per comprendere meglio come i rispettivi due risultati siano diversi tra loro, ma soprattutto quale sia stato il ruolo pratico della creolistica e degli studi sulle lingue di contatto nell’arricchire il già vasto panorama della linguistica acquisizionale.

Vedremo anche alcune nozioni care ai linguisti acquisizionali, come l’interlingua. È interessante fare attenzione a come la costruzione di un pidgin si possa allineare all’avvicendarsi delle interlingue in un soggetto durante le fasi d’acquisizione e apprendimento. Infatti, la pidginizzazione è un fenomeno comune nelle comunità plurilingui dove l’esigenza di un codice condiviso su larga scala conduce la comunità a costruire un codice sintetico, il quale necessita naturalmente di essere acquisito e il punto di partenza è sempre la L1 di ogni individuo.

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